Quando la temperatura ambientale scende al di sotto dello zero, tanto più è basso lo stato termico quanto più è facile che si vengano a formare, soprattutto in alta quota e nelle zone più ricche di acqua, scenari assolutamente suggestivi e unici, offerti da incredibili cascate di ghiaccio.
Nel nostro appennino, la varietà di natura geologica offerta dai Monti della Laga rende questa zona particolarmente adatta all’attività del cascatismo. In genere il principale nemico dei cascasti è il lungo avvicinamento innevato e il concreto pericolo delle valanghe, considerando che la maggior parte di questi flussi ghiacciati, si trovano nelle vicinanze di fossi o canali.
Approfittando delle scarse precipitazioni e del breve (ma mai banale) avvicinamento, decidiamo insieme ad Attila (Il Lasco), Francesco, Ilaria e Adriano di avventurarci nella Valle di Selva Grande, nei pressi dei Monti della Laga. Superato il piccolo centro abitato di Capricchia (poco distante da Amatrice), parcheggiamo le auto nelle vicinanze del monumento del Sacro Cuore (1381 metri). Da qui, percorriamo lo sterrato seguendo la segnaletica CAI per il Monte Gorzano. Dopo un’ evidente svolta sulla destra, segnalata da un cartello, proseguiamo in salita (tornanti) fino a superare la sorgente Piani Fonte (1545 m). Poco più avanti, lasciamo il sentiero che sale al Gorzano e traversiamo nel fosso omonimo, da qui iniziamo a risalire il corso d’acqua a tratti ghiacciato, fino ad una biforcazione che collega a sinistra con la cascata Nonciombozzo e sulla destra con la cascata Grande del Gorzano. Proseguendo per il fosso a sinistra raggiungiamo, dopo un’ora e un quarto circa, la maestosa cascata ghiacciata che si mostra a noi in tutto il suo splendore, un’opera d’arte modellata da madre natura. La temperatura vicino al grande blocco di ghiaccio è molto più bassa rispetto a quella percepita nell’ambiente circostante.
Personalmente vedo la scalata delle cascate di ghiaccio come la forma più libera dell’arrampicata, questo mio pensiero è dato principalmente dalla loro forma organica in continuo mutamento e che impone ogni volta una valutazione diversa. Tecnicamente parlando Nonciounbozzo è un III (terzo grado) appoggiato sui 75° di pendenza circa. Esposta ad ovest, la cascata è costituita da un mantello liscio, abbastanza uniforme che diventa quasi verticale negli ultimi passaggi, prima dell’uscita sulla destra.
Per tornare alla base della cascata si può attrezzare una calata in corda doppia oppure realizzare un traverso sulla destra e disarrampicare un canalino di neve fino alla base.
Come anticipato all’apertura di questo articolo, l’attività del cascatismo è molto rischiosa e la cascata qui pubblicata non fà eccezioni, stiamo parlando di un ambiente selvaggio e severo racchiuso all’interno di un fosso. Valutare con attenzione!