Cosa accade quando tre ragazzi appassionati di Mountain Bike, natura e adrenalina si uniscono insieme per organizzare un’uscita in bicicletta? La risposta è proprio qui sotto, una giornata emozionante guidata dallo spirito di avventura e voglia di vivere momenti indimenticabili.
Capita raramente che a Dicembre sia possibile salire in bicicletta fino a quote che superano i 1800m. Servono una serie di condizioni indispensabili, difficili da trovare.
Sabato mattina, accompagnato da Arcadio e Gianluca, due amici della Wood Monkey Crew decidiamo di tentare l’impresa, pedalare dal rifugio A.Sebastiani (1820m) fino al Monte Porcini (1982m).
Lasciata l’auto al rifugio, iniziamo la salita fino alla sella di Leonessa, la strada è in buona parte innevata e a tratti ghiacciata, la temperatura è sotto allo zero e l’aria fredda che respiriamo, brucia dentro ai polmoni, amo questa sensazione, mi fa sentire vivo.
Superiamo una serie di tornanti e procediamo sempre con leggera pendenza mentre la neve accresce il suo spessore.
Scendendo dalla sella, le gomme delle bici slittano e non mancano scivoloni per terra. Si pedala con difficoltà e quando possibile optiamo per qualche deviazione fuori dal guardrail.
Continuando a seguire la Statale Vallonina, dopo un piccolo rettilineo, troviamo sulla destra la sterrata che conduce al Monte di Cambio, sentiero CAI 404. Pedaliamo su ampi tornanti, oltrepassiamo la palestra di arrampicata E. Diletti e il famoso Buco del Merlo, qui anziché continuare la carrareccia, completamente ricoperta di neve e ghiaccio (troppo pericolo senza l’adeguata attrezzatura), decido di salire sulla cresta, fino a ricollegarci con i segnavia del sentiero CAI 439.
Pedalando lungo la cresta i nostri sguardi vengono catturati dalla bellezza e immensità del panorama, intorno a noi i principali gruppi montuosi dell’appennino centrale, dal Gran Sasso ai Monti della Laga, Sibillini e l’adiacente versante NE del Monte Terminillo.
Arrivati a pochi metri dalla cima, affrontiamo alcuni elementari passaggi su roccette (senza bici) fino a raggiungere il crocifisso metallico, simbolo della vetta.
Per il ritorno abbiamo seguito lo stesso itinerario dell’andata.