Rinaldo Vuerich, è una vera icona del volo libero nel centro Italia e non solo. Goliardico e pieno di entusiasmo, “Zzì” Rinaldo è sempre stato un visionario del volo di distanza, provando spesso nuove idee e voli esplorativi. Con il suo ormai famosissimo motto: “Daje de spidde”, Rinaldo ha collezionato un bagaglio di esperienza e voli in parapendio che lo hanno reso una vera Rockstar del nostro Appennino.
Nato a Roma nel 1970, forse non tutti sanno che da piccolo, Rinaldo Vuerich avrebbe voluto fare il pilota di linea, è stata poi la madre a fargli cambiare idea e a spingerlo a trovare un altro mezzo per staccare i piedi da terra. Preso da questo suo sogno, durante il periodo militare (1991), Rinaldo, decide di acquistare il suo primo parapendio usato da Hobby Volo, un giornalino dedicato al volo libero. I primi approcci erano molto sperimentali e in compagnia di un suo amico cercavano di fare campetto, confrontandosi e ipotizzando insieme i probabili errori.
Tornato a Roma, Rinaldo Vuerich decide di studiare e applicarsi seriamente a questa sua nuova passione, iniziando cosi la scuola con Maurizio Savino. Nel 1994, subito dopo il brevetto di volo, Rinaldo inizia a partecipare a qualche gara nazionale, fino al 1998 in un pre-mondiale in Portogallo, dove sfiora per una posizione il podio.
Dal 2013, lo Zio del volo è entrato a far parte del team di piloti Nova Paragliders, continua ad andare in giro in lungo e in largo per il nostro Appennino, alla ricerca di avventura e libertà.
1/7 Rinaldo Vuerich, come nasce la tua passione per il volo libero e più in particolare per il volo di cross? Quali sono le motivazioni che ti spingono nelle tue imprese?
La mia passione per il volo libero, ha radici profonde che risalgono alla mia infanzia. Fin da piccolo, guardavo il cielo con occhi pieni di meraviglia, sognando di poter librarmi tra le nuvole come gli uccelli. Crescendo, ho avuto l’opportunità di scoprire il mondo del parapendio e di realizzare quel sogno. La motivazione principale è quella di fare grandi voli, utilizzando una vela non necessariamente avanzata, diciamo alla portata di tutti.
Nell’estate del 1998, ho avuto il piacere di conoscere due giovani piloti straordinari: Ruggero Falconi e Francesco Cocciolito. Ciò che mi ha colpito di più di loro, è stata la loro innata propensione ad atterrare ovunque, tranne che in atterraggi “ufficiali”. Erano veri spiriti liberi dei cieli.
Rinaldo Vuerich – Bella Zzì
L’obiettivo, è quello di lavorare sui miei limiti, cercando di migliorarmi ogni volta: ora ad esempio vorrei tentare di chiudere un triangolo FAI di 200km, utilizzando una vela di categoria B, è una bella sfida ma sono sicuro che arriverà presto!
2/7 Quanto contano, a tuo avviso, le seguenti Skills per un pilota di Cross Country: conoscenza della meteo, tecnica di pilotaggio, conoscenza della strumentazione?
Direi che le prime due competenze menzionate sono fondamentali, la comprensione approfondita delle condizioni meteorologiche è cruciale. Ogni pilota di cross dovrebbe essere in grado prima di andare in volo, di interpretare correttamente i modelli meteorologici, cosi da riconoscere le situazioni pericolose e prevedere l’evoluzione della meteo durante il volo.
La tecnica di pilotaggio viene dalle ore di volo e dalla curiosità, nonché dai consigli di piloti esperti. La strumentazione non conta nulla, direi che quello che più conta è poter fare tante ore di volo seguendo degli obiettivi, essere curiosi, fare debriefing ad ogni volo per non ripetere errori e cercare di seguire i piloti più vecchi. Personalmente Kappa e Leone mi hanno dato tantissimo, in passato seguivo Fabio Rossi, un mitico pilota XC che ora si è preso una pausa.
3/7 Rinaldo Vuerich, quali sono per te, i tre migliori siti di volo libero in parapendio del centro Italia e perché?
La valle di Comino è una valle situata in provincia di Frosinone, a ridosso dell’Appennino abruzzese e del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Corrisponde grosso modo all’alto bacino idrografico del fiume Melfa, che l’attraversa sfociando nella valle del Liri attraverso una gola erosa nei calcari del monte Cairo. Questo è in assoluto, il miglior sito di volo in parapendio del centro Italia, da qui si possono fare voli incredibili, ultimamente in tutte le direzioni.
La vicinanza della Val Roveto permette di agganciare i monti Simbruini e di volare verso ovest, fino a raggiungere e superare il paese di Serrone. Oppure volare ad est, scegliendo o di attraversare la piana di Avezzano fino al Monte Sirente per poi procedere verso Gioia dei Marsi o più semplicemente, rientrare in Val Comino, seguendo quella che è stata rinominata Valle Gialla, un bacino montuoso che collega il paese di Trasacco con Collelongo. Inoltre spesso, si può volare verso Cassino e tornare, insomma un vero parco giochi! San Donato è uno dei pochi siti di volo in Italia che permette di volare tutto l’anno, regalando scenari naturali pazzeschi. Durante l’autunno, l’atmosfera si tinge di colori meravigliosi. Le foglie assumono colori magici che vanno dal giallo al marrone, passando per il rosso. In inverno, la maestosa bellezza si intensifica con la neve sopra le creste, conferendo al volo un’aurea fiabesca.
Atterrare fuori campo, è spesso parte della bellezza del volo. Si perché, non si sa mai cosa può succedere, praticamente è l’avventura che continua.
Rinaldo Vuerich – Bella Zzì
⛰️ Monte Viglio
Il Monte Viglio (2156 m) è la cima più elevata del territorio del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Ubicato fra Lazio e Abruzzo, a cavallo fra la provincia di Frosinone e quella dell’Aquila, il territorio del Monte Viglio ha una lunghezza molto limitata, estendendosi per poco più di dieci km dal comprensorio di Campo Staffi a quello di Campocatino.
Questo è un discusso sito di volo, secondo me non ancora capito e apprezzato abbastanza dai piloti del centro Italia. Questa è la rampa di lancio per i famosi 200 km FAI, un volo pazzesco dove in un giorno solo, si possono sorvolare in parapendio, le piu belle montagne dell’Appennino centrale, con un finale da favola sopra i Monti Marsicani e i vicini Monti della Meta.
Al terzo posto, come migliore sito di volo in parapendio, direi Poggio Bustone. Dal decollo ufficiale del Monte Rosato, si può volare in parapendio a 360 gradi. Forse un pò più complicato dei precedenti, a volte è veramente difficile fare grandi voli ma resta comunque piacevole e avventuroso, non molto buono in inverno.
4/7. La paura ci aiuta a sopravvivere e a non metterci in situazioni potenzialmente pericolose, come vivi e gestisci questa emozione? Prima di tutto, Rinaldo Vuerich ha mai avuto paura?
La paura a volte ci sta, ma spesso è il risultato di una scarsa conoscenza. Mi spiego meglio, durante un volo in parapendio, può capitare di ritrovarsi in circostanze potenzialmente rischiose. In alcuni casi, è possibile evitare queste situazioni, altre volte è necessario affrontarle, viverle e acquisire esperienza da queste. Mi riferisco, in modo particolare, all’aria turbolenta causata da potenziali sottoventi, una condizione molto frequente nel nostro Appennino.
Nel corso dei miei 32 anni di volo libero, ho provato spesso paura. Il ricordo più brutto che ho, risale a qualche anno fà. Ero in compagnia di Andrea Kappa e stavamo sorvolando il cielo sopra la Valle Gialla, (Trasacco). La condizione meteo evolveva velocemente e un temporale stava avanzando da est verso ovest coprendo il cielo vicino a noi. La mia ansia cresceva poiché in quella zona non riuscivo a scendere per atterrare. La valle sembrava stringersi intorno a noi, e la tempesta ci stava chiudendo, ogni possibile via di fuga.
Nel tentativo di mettermi in sicurezza, decisi di volare verso le creste ad est della Val Roveto. Tuttavia, invece di scendere, la mia quota continuava ad aumentare, mentre il temporale stava diventando sempre più minaccioso. La paura era concreta, ma continuavo a cercare di rimanere lucido, pianificando le mie azioni, attingendo al mio bagaglio di esperienza. Decisi di spostarmi verso Balsorano, nella speranza di trovare il solito “brezzone” da sud, che nel 90% dei casi, ti costringe a mettere i piedi a terra.
Per fortuna, l’idea funzionò e riuscii ad atterrare. Poco dopo aver piegato la vela e raggiunto il paese più vicino, esplose letteralmente un forte acquazzone. Oggi, a mente fredda, riflettendo su quella situazione, riconosco l’errore: aver sottovalutato con leggerezza l’evento meteorologico in atto. Fortunatamente rimasi calmo e riuscii a gestire la paura, proprio grazie alle ore dedicate allo studio e più in generale alla conoscenza acquisita in tutti gli anni di volo.
5/7. Una volta mi hai detto che atterrare fuori campo fa parte dell’avventura, quali sono stati i tuoi atterraggi fuori campo più divertenti che ricordi?
Atterrare fuori campo, è spesso parte della bellezza del volo. Si perché, non si sa mai cosa può succedere, praticamente è l’avventura che continua. Personalmente quando vado a volare non mi faccio mai il problema di come tornare, non mi piace proprio avere qualcuno che mi recuperi, perderei una parte troppo divertente e avventurosa della mia giornata. Inoltre oggi, anche grazie alle diverse App è facilissimo organizzarsi: orari treni/bus, biglietti, autostop, ecc… insomma ripeto, fa parte del gioco!
Ho conosciuto un sacco di persone durante questa fase del volo e potrei raccontare mille storie, ma una fra tutte la voglio condividere: era il 30 settembre di qualche anno fa, e dopo un bellissimo volo dal Serrone, io e Leone stavamo atterrando a Capistrello. La luce dorata del tramonto colorava il cielo mentre noi, consapevoli che l’unico modo per rientrare a casa in giornata, sarebbe stato quello di prendere il treno per Sora delle 19:30. Ci mettemmo all’opera per ripiegare velocemente le vele, cosi da capire la mossa successiva.
Mentre ci destreggiavamo tra cassoni, bretelle e cordini, una decina di bambini in bicicletta ci raggiunsero sul campo. Le nostre macchine volanti avevano catturato la loro attenzione e la curiosità brillava nei loro occhi. Iniziò il classico interrogatorio da parte dei piccoli esploratori a due ruote, che ci bombardarono con mille domande sul parapendio. Ad un certo punto, realizzando che il tempo per prendere il treno stava rapidamente scadendo, la lampadina del genio si accese e proposi: “Ehi regà, volete vivere un’impresa epica?”
Studiate la meteo! La comprensione della meteorologia è cruciale per ogni pilota. Un approccio diligente nello studio delle condizioni meteorologiche locali contribuirà non solo alla sicurezza, ma anche alla capacità di pianificare voli più efficaci.
Rinaldo Vuerich – Bella Zzì
La scena successiva sembrava uscita da un film di avventura: due adulti entusiasti su due biciclette da bambino, con due enormi sacche da parapendio sulle spalle che correvano verso la stazione. Dietro di noi, una gang di piccoli Goonies in bicicletta ci scortava, ridendo e urlando come se fossimo protagonisti di una commedia estiva. Quel giorno, riuscimmo a raggiungere la stazione giusto in tempo, salutammo i nostri piccoli nuovi amici e tornammo a casa con la sensazione di essere appena usciti da una di quelle storie che rendono il volo libero in parapendio davvero spettacolare.
6/7. Rinaldo Vuerich, da diversi anni collabori come Team Pilot con la NOVA Paragliders, come nasce questa partnership?
La collaborazione con Nova, nasce prima di tutto dalla mia passione per il Mentor, un parapendio dalle prestazioni impressionanti. Nel corso degli anni, ho avuto la possibilità di seguire e provare tutte le evoluzioni di questo modello, dal 1 al 7. Il primo incontro con questa straordinaria vela fu a Castelluccio, quando Claudio Papa della scuola Prodelta mi mise tra le mani il Mentor 1. Il giorno precedente avevo affrontato una situazione di emergenza che aveva un pò spaventato, ma grazie al Mentor, la tensione sparì. Il primo volo con questa vela fu magico, rimasi completamente affascinato, tanto da innamorarmi perdutamente.
Da quel giorno, il mio interesse verso questo modello è stato sempre piu forte, un anno provai un Oryx, versione light del Mentor 2, col quale feci grandi voli un pò ovunque (Fiesh, Speikboden, ecc…), erano gli anni delle missioni alpine. Sapendo di questi miei voli, l’allora importatore italiano Fabio Razore, mi contattò e mi propose di far parte del team internazionale Nova. Per me, Rinaldo Vuerich, fu una grande soddisfazione, e ancora oggi, a distanza di 9 anni da quella proposta, mi sento sempre più legato a questo mega gruppo di appassionati, composto da 70 piloti, provenienti da tutto il mondo, una vera seconda famiglia.
7/7. Quali consigli ti senti di dare ad un pilota neo-brevettato che decide di avventurarsi nei voli di cross?
Difficilmente mi trovo a dover dare consigli ai nuovi piloti. Al contrario, spesso mi capita di analizzare in modo critico le mie convinzioni storiche e di abbracciare le prospettive innovative dei nuovi piloti emergenti. Ad ogni modo, per i neofiti, credo sia fondamentale:
- Essere curiosi, questo come primo e imprescindibile passo. La volontà di imparare, è la chiave per una crescita costante.
- Iniziate, collaudando le vostre abilità, accanto a piloti più esperti. Cercate di assimilare le loro raccomandazioni e mettetele in pratica. Cosi facendo, vi aprirete la strada a una comprensione più profonda dei vari aspetti legati al volo.
- Studiate i voli della vostra zona, effettuati con una vela della vostra stessa categoria. Questo può fornire una panoramica dettagliata sulle linee migliori ma anche sulle prestazioni della vela.
- Fate più corsi S.I.V. (Simulazione Sicurezza in volo) possibili. Frequentare un corso di allenamento S.I.V. è un passo importante per comprendere le reazioni della vela in situazioni estreme. Questa pratica fornisce esperienza pratica nella gestione di situazioni critiche, aumentando la fiducia e migliorando le capacità di risposta del pilota.
- Studiate la meteo! La comprensione della meteorologia è cruciale per ogni pilota. Un approccio diligente nello studio delle condizioni meteorologiche locali contribuirà non solo alla sicurezza, ma anche alla capacità di pianificare voli più efficaci. La passione per la meteorologia aggiunge un livello di consapevolezza che può fare la differenza tra un volo piacevole e uno potenzialmente rischioso.
- È essenziale resistere alla tentazione di cercare vele ad alte prestazioni fin dall’inizio. Iniziate volando vele di categoria inferiore, come le vela di classe B, questo permette di acquisire gradualmente competenze e fiducia senza compromettere la sicurezza. La progressione graduale è una strategia saggia che consente di costruire una base solida per il futuro.
In sintesi, il percorso del pilota di parapendio dovrebbe essere caratterizzato da una combinazione di curiosità incessante, apprendimento continuo, pratica sotto la guida di esperti, studio meticoloso delle condizioni di volo e una crescita graduale nelle attrezzature. Questo approccio non solo migliora la sicurezza e le competenze, ma contribuisce anche a coltivare una passione duratura per il magico mondo del volo libero.
Buon Vento da Rinaldo Vuerich
Qualche foto dall’archivio di Rinaldo:
SOTTOVENTO è una rubrica creata e scritta da me, Danilo Giagnoli, con l’aiuto di Stefano Gigli e la partecipazione di tutti i piloti intervistati. Questo progetto è sostenuto e promosso, grazie al contributo prezioso di Eagles Point di Massimiliano Travaglini e, naturalmente, dalla vostra costante attenzione (un immenso grazie a tutti voi!).