Se volete migliorare la vostra consapevolezza e sicurezza nel volo in parapendio, frequentare un corso SIV (Simulazione degli Inconvenienti in Volo), potrebbe aiutarvi a raggiungere questi obiettivi. Oggi, fortunatamente esistono diverse associazioni e club che offrono questo tipo di “allenamento”. Ma cosa dobbiamo aspettarci frequentando uno di questi corsi, quale potrebbe essere il momento giusto per decidere di frequentare un corso SIV? Per cercare di dare una risposta a queste e molte altre domande, ho pensato di portare nel Sottovento, uno dei Guru del mondo SIV: Alessio Casolla.
Nato nel 1979 a Cles (TN), Alessio Casolla è da sempre appassionato degli sport legati alla montagna. Fin dai primi anni di vita, Alessio acquisisce un’ampia esperienza nell’ambiente alpinistico, spaziando dall’arrampicata su roccia e ghiaccio allo sci e dall’alpinismo al canyoning. Grazie all’incontro con un amico, intorno agli anni 2000, Alessio scopre il volo libero in parapendio, una passione che lo conquista da subito e che segna una svolta nella sua vita.
Dopo essersi brevettato nel 2002, Alessio completa il suo percorso formativo diventando istruttore in poco più di 3 anni. Carico di motivazione, nel 2006 inizia a lavorare come collaudatore per la messa a punto delle vele, affinando le sue competenze e conoscenze nel settore. L’anno successivo, avvia i primi corsi SIV, condividendo la sua esperienza e passione con altri appassionati di volo libero. Dal 2013, Alessio Casolla collabora con Swing Paragliders come collaudatore e dal 2020 come progettista.
1/5 Alessio Casolla, cosa vuol dire partecipare a un corso SIV?
Ultimamente ho visto un cambio di mentalità da parte degli istruttori in primis, e a cascata dei piloti. Una volta fare un SIV per la maggior parte dei piloti era più un’avventura che non una crescita, ma spesso questo pensiero era dovuto al fatto che proprio gli istruttori trasmettevano l’idea sbagliata. Adesso vedo che quasi in tutti casi i piloti che partecipano sanno che è necessario conoscere il proprio mezzo per volare anche più rilassati e sfruttare al meglio le condizioni.
Ovviamente ognuno vive questa esperienza in modo diverso, alcuni piloti sono tranquilli, altri arrivano alla prima giornata agitati e un pò stressati. Cerchiamo sempre di mettere tutti a proprio agio, e personalizziamo il corso in base al pilota.
2/5 Quali sono i principali obiettivi di un corso SIV e come si differenzia da un corso di parapendio tradizionale?
A mio parere, sia che si tratti di un neo-brevettato, o di un pilota con esperienza, la prima cosa importante è rendersi conto se si stia pilotando un mezzo adatto all’esperienza che si ha.
Ho visto spesso piloti anche con poca esperienza ma con il mezzo giusto riuscire ad eseguire e controllare autonomamente tutte le manovre di un corso SIV, come mi è capitato di vedere invece piloti anche con buona esperienza ma su un mezzo troppo tecnico trovarsi in difficoltà nella gestione. Il vantaggio di rendersene conto durante un corso di questo tipo è che il rischio è ridotto al minimo, per un pilota consapevole è un grosso vantaggio in quanto gli permette di capire se il suo mezzo sia adatto o meno.
Il passo successivo è cercare di portare il pilota a eseguire tutte le manovre possibili, in modo da essere autonomo. Riuscire a capire i limiti della macchina, come recuperarla in caso di problemi, da quella tranquillità al pilota che gli permetterà poi nel volo reale di concentrarsi sul volo e non sul mezzo.
Mentre in un corso base di parapendio si punta a preparare il pilota in modo che abbia delle conoscenze di base, in un SIV si tende a preparare il pilota a gestire il mezzo in caso di problemi, a capire se sia ben bilanciato per la sua esperienza. Potremmo un pò paragonarlo ad un corso di guida sul ghiaccio…😉
3/5 Come si struttura tipicamente una giornata di allenamento SIV e quali sono le competenze che gli allievi acquisiscono durante il corso?
Negli ultimi anni ho cambiato il sistema della tenuta dei corsi. Ora la parte teorica con la spiegazione delle manovre è online, con una serie di video che il pilota può rivedere più volte anche, se necessario, durante la risalita in decollo. Non abbiamo eliminato completamente il briefing del primo giorno, ma snellito. A mio parere i vantaggi sono due, ovviamente la possibilità di avere più tempo per la parte pratica, ma soprattutto la possibilità di assimilare meglio le informazioni.
Una volta il briefing teorico durava tre o quattro ore solo per le manovre, al pilota arrivavano una montagna di informazioni che potevano anche creare confusione. Adesso le varie manovre possono essere riviste, con calma anche in più giorni prima di arrivare al corso. Poi nella prima giornata ovviamente se ci sono domande diamo le spiegazioni necessarie, effettuiamo il controllo dei materiali e diamo tutte le informazioni per la logistica.
Dopo ogni volo facciamo un veloce debriefing, se necessario, ed a fine giornata una briefing generale per analizzare eventuali problemi riscontrati. La visione dei video solitamente la lasciamo ad eventuali giornate con meteo non ottimale.
4/5 È corretto affermare che partecipando ad un corso SIV, ci prepariamo tecnicamente ma anche mentalmente a un eventuale inconveniente di volo? Quanto incide l’aspetto tecnico, rispetto a quello mentale?
A mio parere entrambi i fattori vanno di pari passo. Essere preparati mentalmente ci permette di progredire più velocemente, essere preparati tecnicamente ci permette di mantenere più facilmente la concentrazione ed affrontare il problema con più precisione.
Si tratta di mantenersi allenati, meccanizzare alcune reazioni, affinare la tecnica. Il SIV dovrebbe essere una base di partenza per dare la possibilità poi al pilota di allenarsi anche da solo, non necessariamente seguito via radio.
5/5 Come si valuta il progresso degli allievi durante il corso SIV e quali sono gli indicatori di successo?
Spesso i piloti mi vengono a chiedere dopo un volo come sono andati.. difficilmente rispondo io, solitamente chiedo a loro come si sono trovati, come si sono sentiti durante le manovre, come hanno trovato la loro vela. Ovviamente io posso valutare l’aspetto tecnico delle manovre, ma la progressione del pilota secondo me sta nella sua consapevolezza, nel capire cosa succede, nel sentire se hanno il controllo. Non si tratta solo di rifare una manovra da soli, ma di capire come si muove la vela.
Sono convinto che nella maggior parte dei casi ogni pilota si renda conto del livello raggiunto, se ha acquisito un migliore controllo e se abbia capito come si comporta la sua vela. Questo penso sia il vero indicatore di successo.
Buon Vento da Alessio Casolla
Qualche foto dall’archivio di Alessio:
SOTTOVENTO è una rubrica creata e scritta da me, Danilo Giagnoli, con l’aiuto di Stefano Gigli e la partecipazione di tutti i piloti intervistati. Questo progetto è sostenuto e promosso, grazie al contributo prezioso di Eagles Point di Massimiliano Travaglini e, naturalmente, dalla vostra costante attenzione (un immenso grazie a tutti voi!).